Lo strano caso dell’insetto stecco

di A. Alfano, M. Alfano, G. Forni, L. Salsano

Attività 2 - Caratteristiche morfologiche e comportamentali
Step 2 - Il mago del mimetismo

Quando si ha per compagno di classe un insetto stecco bisogna ogni settimana controllare i parametri ambientali e sostituire o innaffiare i "ramoscelli". In queste occasioni può capitare di non vedere subito lo stecco tanto si è ben mimetizzato tra i rami, oppure si può notare che alza "la coda". A volte può "sembrare morto", ma poi, lasciato tranquillo, "risuscita". A volte perde una zampa.

Tutte queste stranezze colpiscono sempre i ragazzi e devono essere sottolineate dall'insegnante e descritte dai ragazzi sul quaderno.

Un giorno sicuramente qualche ragazzino domanderà:

L'insetto stecco non scappa, non morde, non punge… ma come si difende?

Se le osservazioni della classe sono state attente, si hanno tutti gli elementi per rispondere.

La forma di "stecco" gli permette di nascondersi tra i rami: si mimetizza tra le foglie, perfino le uova sono un capolavoro di mimetismo!

Utilizza anche altre strategie, ad esempio in situazione di pericolo gioca a « fare il morto» immobilizzandosi ed irrigidento il corpo (tanatosi) o si traveste da scorpione, inarcando l'addome, per far credere di essere pericoloso e velenoso; addirittura può sacrificare un'appendice, pur di "salvare la vita" (autotomia).


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Le prede si difendono: il mimetismo

Se da un lato i predatori hanno sviluppato una serie di adattamenti finalizzati ad una maggiore efficacia nello scovare e catturare le loro prede, d'altro canto anche le prede hanno sviluppato un vero e proprio "arsenale" di armi adatte alla difesa. Predatori e prede esercitano infatti una continua, reciproca pressione selettiva.

a) Tra le strategie difensive delle prede ricordiamo:

Il mimetismo criptico: la pressione predatoria ha favorito l'evoluzione delle prede in grado di passare inosservate nell'ambiente, confondendosi con esso. Uno degli esempi più eclatanti è quello dell'insetto stecco (Bacillus rossius), che è identico ad un ramoscello secco.

Vanessa: foto DIA

b) Il mimetismo batesiano: è basato sull'inganno e consiste nella somiglianza di una specie commestibile con un'altra non commestibile o pericolosa al fine di evitare di essere predata. Diverse farfalle, come ad esempio la vanessa, presentano macchie a forma di occhi sulle ali, la cui funzione è quella di spaventare gli uccelli, lasciando loro credere di essere di fronte ad un predatore. Analogamente molte innocue farfalle ed alcuni ditteri "imitano" l'aspetto delle aggressive vespe.

c) Il mimetismo mülleriano: è la somiglianza tra due o più specie ugualmente pericolose. Api, vespe e calabroni presentano tutti un aspetto simile. Essi utilizzano la stessa colorazione di avvertimento, facilmente identificabile, per segnalare ai predatori che si tratta di prede che è meglio evitare. Dopo la sua prima esperienza, infatti, un predatore che verrà punto da un'ape, "imparerà" automaticamente ad evitare anche le vespe e i calabroni.


Ape: foto DIA
Vespa: foto Luciana Bartolini
Calabrone: foto Dario Sperone

d) Le difese chimiche: un'ultima forma di difesa delle prede è costituita dalle difese chimiche: molti vegetali sintetizzano sostanze chimiche tossiche o di cattivo gusto non essenziali al loro metabolismo ma prodotte a scopi difensivi. Come esempi possiamo citare il veleno mortale della cicuta o il sapore amaro di alcune verdure, come i broccoli. Anche alcuni animali utilizzano tale tipo di difesa, come le puzzole, che emettono un liquido maleodorante, o gli insetti pentatomidi, che sprigionano un terribile fetore.

Testo di V. Boccardi, Moduli di Biologia per la Riforma, La Scuola, 2011

Curricula

Si fa riferimento sia al D.L. n. 59/2004 sia al più recente D.M. del 31 luglio 2007 che, tra l'altro, inserisce l'individuazione del "tema principale" e dei "temi di sfondo" di un testo tra gli aspetti dell'abilità di lettura. Nel Quadro di Riferimento INVALSI del 2011, invece, si richiama esplicitamente la coesione sia nell'ambito della competenza di lettura (codice 4: "cogliere le relazioni di coesione organizzazione logica (entro e oltre la frase) e di coerenza testuale"), sia nell'ambito grammaticale (codice 6, testualità: "segnali di organizzazione del testo e fenomeni di coesione: anafora, connettivi, punteggiatura, ecc…") Evidente il rinvio al lessico e alla semantica (codice 4: "relazioni di significato tra le parole; polisemia; campi semantici; famiglie lessicali; usi figurati e principali delle figure retoriche, ecc.).

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