"M'illumino di… testo"

di T. Gargano

Attività 3 - Fase 1

Nel 1930, nella raccolta poetica Acque e terre, Salvatore Quasimodo pubblicava il seguente testo, intitolato Solitudini:

Una sera: nebbia, vento,
mi pensai solo: io e il buio.

Né donne; e quella
che sola poteva donarmi
senza prendere che altro silenzio,
era già senza viso
come ogni cosa ch’è morta
e non si può ricomporre.

Lontana la casa, ogni casa
che ha lumi di veglia
e spole che picchiano all’alba
quadrelli di rozzi tinelli.

Da allora
ascolto canzoni di ultima volta.

Qualcuno è tornato, è
partito distratto
lasciandomi occhi di bimbi stranieri,
alberi morti su prode di strade
che non m’è dato d’amare.

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

Parafrasi

Nel 1942 apparve (con grande successo) una nuova raccolta poetica di Quasimodo, intitolata Ed è subito sera, che si presentava in realtà come una raccolta antologica di predenti composizioni con in più alcuni testi nuovi. La poesia Ed è subito sera apriva la raccolta:

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

Parafrasi

Nel passaggio tra il testo del 1930 e quello del 1942 è evidente il senso dell’operazione creativa (di ‘taglio’) compiuta da Quasimodo, nella direzione della ricerca della parola / espressione assoluta, tipica dell’Ermetismo (allegati: Glossario.pdf). Adesso, gli ultimi tre versi, totalmente isolati dal contesto (di solitudine) della prima stesura, da soli, assumono il forte rilievo dell’espressione drammatica di una condizione umana che non è più legata alla vicenda personale, ma che si fa universale, al di fuori dello spazio e del tempo. Eliminando tutta la prima parte della ‘vecchia’ poesia, Salvatore Quasimodo con Ed è subito sera, riesce a toccare la condizione umana nella sua dimensione universale, segnalando così ai suoi lettori più attenti l’avvenuto passaggio verso nuovi interessi poetici e umani e verso nuove forme espressive, nuovi linguaggi.

Suggeriamo di dividere il gruppo classe in due sottogruppi e di invitare uno dei due sottogruppi a visitare il sito LiberLiber o simili per prelevare un racconto o un capitolo di un romanzo in formato digitale (meglio se si disponesse di un e-book); e invitare l’altro sottogruppo a reperire (nel manuale in adozione o in biblioteca) lo stesso testo in formato cartaceo. Avviare, quindi, in parallelo, l’esperienza della lettura del testo (racconto o capitolo di romanzo che sia). Finita la lettura, avviare e coordinare un dibattito-confronto sulla duplice esperienza della lettura tra carta e monitor, facendo attenzione alle seguenti questioni:

  1. Che tipo di contatto (fisico-tattile) consentono, rispettivamente, il foglio di carta e il video di un personal computer (o di un tablet, e-reader, smartphone)?
  2. La pagina di carta e la schermata digitale, rispettivamente, quanta porzione di testo offrono al Lettore?
  3. Che reazione hai avuto come lettore dinanzi al testo visualizzato sui due diversi supporti (carta e schermo)?
  4. In una videata con link ipertestuali (di approfondimento, informativi, didattici, ecc.) come ti sei comportato? Li hai ignorati, proseguendo la lettura del testo? Li hai attivati? Se sì, dopo quanto ‘vagabondare’ sei tornato a leggere il testo di partenza?
  5. Come giudichi la ‘segmentazione’ del testo in tante piccole porzioni di testo (paragrafi, schede, approfondimenti, ecc.) che la tecnologia digitale (fatta di link ipertestuali) crea? Ritieni che il lettore continui ad avere una visione completa e integrale del testo che sta leggendo? Se sì, perché? Se no, perché?
  6. Se hai già fatto esperienza di lettura di un racconto (o di un romanzo, o  di un libro di poesie) diffuso su supporto digitale, come è cambiato, se è cambiato, il tuo stile di Lettore?