"M'illumino di… testo"

di T. Gargano

Attività 2 - Presentazione delle attività

Giochiamo a interpretare il ruolo di Autore e di Filologo

  Metodologia dell’attività

 

Gioco di ruolo – percorso collaborativo – confronto e dibattito (brainstorming).
Il gruppo classe va diviso in quattro sottogruppi (A, B, C, D), assegnando a ciascuno di essi una ben precisa consegna per il gioco dell’autore (e poi per quello del filologo) che si sta organizzando: scrivere e riscrivere, per poi leggere, analizzare e interpretare, un testo (in prosa e in poesia) di libera invenzione. Il gioco consiste nello sperimentare non soltanto l’esperienza della scrittura creativa, ma, soprattutto, nello sperimentare cosa cambi per un autore (e, poi, per uno studioso di testi, cioè per un filologo) se lo strumento utilizzato per scrivere sia una penna biro (con relativo foglio di carta), oppure un wordprocessor (con relativo personal computer, o tablet).
Lo strumento può cambiare la natura della scrittura? In che modo? Lo studioso (il filologo) che deve ricostruire a posteriori la storia del testo, cioè la sua genesi (dalla nascita alla versione definitiva), nel momento in cui si trova dinanzi il file (e non più i fogli di carta) dell’autore, come lavora? Che cosa legge? Come recupera, se può recuperare, le redazioni precedenti rispetto alla forma definitiva che il testo assume allorquando l’autore lo licenzia per la stampa?

 

 

  Tempo necessario per la sperimentazione dell'attività: 8 ore

 

  Descrizione dell'attività

 

L’intera attività, con modalità di doppia simulazione (quella d’autore e quella dello studioso-filologo), mette direttamente gli studenti   all’interno  delle questioni che oggi, con l’utilizzo sempre più massiccio della tecnologia digitale e degli strumenti di videoscrittura, vivono, rispettivamente, gli autori e gli studiosi dei testi letterari. La memoria del processo creativo compiuto da un autore, che i fogli di carta (cioè i manoscritti) conservavano a lungo, nel momento in cui si utilizza un wordprocessor, come va recuperata, sempre che si possa procedere in tal senso? Di fatto, tale memoria viene irrimediabilmente persa! Nessuno di noi infatti ogniqualvolta apre il file sul quale ha già lavorato in precedenza lo salva con un nome diverso, in modo da conservare di volta in volta la versione   precedente di quello stesso scritto. Generalmente, apriamo il file e continuiamo il nostro lavoro, sovrascrivendo, riscrivendo, aggiungendo, tagliando, cioè modificando in maniera irrecuperabile (o quasi) la versione precedente.
Per quanto attiene ai filologi, i problemi e gli scenari che una simile consuetudine scrittoria apre, sia a livello di autori di testi (letterari e no) sia, soprattutto, a livello di studio della storia (della genesi materiale) di quei testi, sono immensi e tutti inediti. Problemi che nascono adesso per la prima volta e che quindi impongono una revisione radicale (e urgente) di molte discipline di studio (legate alla testualità).