Il nome della rosa è anche un omaggio contemporaneo a quella cultura scritta che dal lontano medioevo è arrivata fino a noi grazie al lavoro degli scriptoria. Nel romanzo di Eco vi sono molte pagine dedicate proprio alla descrizione, dotta e minuziosa, dello scriptorium e della labirintica biblioteca del monastero. Si potrebbe obiettare che questa è storia, non romanzo: ma qual è, allora, il confine di "genere" tra questi due mondi, tra categorie di scrittura che forse sono solo apparentemente diverse mentre in realtà si confondono, anche all’interno di un medesimo testo? La storia è infatti racconto, narrazione, e il romanzo è "storico" a partire da Walter Scott e Alessandro Manzoni, secondo una linea che attraversa due secoli di letteratura, dall’Ottocento in poi.
Per questa attività abbiamo preparato due schede di lavoro che presentano un medesimo tema di fondo, quello dello scriptorium medievale: è anche un’occasione per riflettere in classe sui luoghi della scrittura e sul lungo lavoro che accompagnava la produzione del testo.
Nella scheda Testi a confronto si analizzano gli elementi di coerenza e coesione tra due brani mediamente vincolanti.
Nella seconda scheda viene proposto un celebre passo del Nome della rosa in cui l’azione si svolge tutta all’interno dello scriptorium e dove l’attività degli amanuensi viene rappresentata nella finzione narrativa.
Nella sitografia abbiamo indicato alcuni collegamenti utili per lo svolgimento dell’attività: l’insegnante potrà sviluppare così un proprio percorso di approfondimento e adattare i materiali a seconda delle esigenze. Avvalendosi del repertorio iconografico e di altre risorse potrà preparare lezioni da effettuare con la LIM, costruire mappe concettuali, progettare oggetti di apprendimento.
Materiali di lavoro: