Ho fatto male a comprare questo quaderno, malissimo. Non so neppure cosa m'ha spinto ad acquistarlo, è stato un caso. Io non ho mai pensato di tenere un diario, anche perché un diario deve rimanere segreto e dovrei nasconderlo a Michele e ai ragazzi. L'ho comprato domenica mattina, nella tabaccheria che c'è nella piazza. C'era molta gente: nell'aspettare il mio turno vidi una pila di quaderni nella vetrina. Erano quaderni neri, spessi, con la copertina lucida, dalle pagine color avorio, come quelli che si usano a scuola e sui quali, prima ancora di cominciarli, scrivevo subito, in alto, con slancio, il mio nome: Valeria.
D'impulso ho chiesto al tabaccaio di darmene uno: mi ha guardato severamente, dicendo che era proibito, perché la domenica può vendere solo tabacchi, ma ho insistito e sono uscita col mio quaderno nascosto sotto il cappotto.
(De Céspedes A., Quaderno proibito [1952],Milano, Mondadori 1967, p. 7)
Ripetizioni e sostituzioni:
La parola "quaderno" compare
4 volte [
visualizza] in forma diretta, ma
una lunga catena
[
visualizza] di sostituenti pronominali e lo stesso termine "diario", usato in funzione sinonimica, la richiamano ripetutamente nello spazio di poche righe.
Alla prima si affianca
la seconda catena semantica [
visualizza] ("nascosto", "proibito", "segreto"), chiave di volta per la comprensione del testo.