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Il parlato

di Cristina Lavinio - GISCEL  

7 - Economia sistemica e ridondanza esecutiva del parlato

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Si può qui continuare solo con rapidi cenni sulle caratteristiche generali del parlato rispetto allo scritto, reperibili nel parlato di tutte le lingue, per quanto ognuna di esse le realizzi, ovviamente, mediante specifiche forme linguistiche diverse.


Possiamo  per prima cosa ricordare che il parlato di ogni lingua manifesta una fondamentale economia sistemica e, insieme, una notevole ridondanza esecutiva, per riprendere una felice formula di Tullio De Mauro.

 

L’economia sistemica comporta che, delle molte risorse lessicali e sintattiche a disposizione degli utenti di una lingua, ne vengano selezionate preferenzialmente, nel parlato, solo alcune (si economizza rispetto al sistema linguistico).

 

Per esempio, scartando i molti sinonimi o le parole un po’ più precise, si usa spessissimo, nell'italiano parlato, il verbo fare (un compito, un film, una trasmissione, i piatti, l'albero di Natale, le vacanze ecc.), secondo un principio di economia sistemica. Parole come fare, dire, cosa ecc. sono parole dal significato così generico e generale da poter essere spese in riferimento a una gamma amplissima di azioni o di oggetti di discorso. Sono parole passibili di formulazioni più precise che però non sempre chi parla riesce a pescare con altrettanta facilità dal proprio vocabolario mentale, cioè dal bagaglio delle parole depositate nella propria memoria. 

 

Di contro, sul piano della esecuzione, cioè nei testi prodotti, è possibile riscontrare una notevole ridondanza. Così, per esempio, una volta posto, in un testo, un dato oggetto di discorso, parlandone per descriverlo, illustrarlo ecc., lo si ribadisce/ripete/riprende molto più spesso di quanto avvenga mediamente nello scritto e, in genere, usando le stesse parole, senza ricorrere a sinonimi o a sostituti coreferenziali di altro tipo (come, per esempio, forme pronominali), in un effetto designato in modo efficace da Raffaele Simone come effetto-copia o quasi-copia.


Più in generale, nella testualità del parlato, le ripetizioni (delle stesse parole, dei medesimi costrutti, delle stesse informazioni riformulate in modo differente, ecc.) sono reperibili a tutti i livelli linguistici: si tratta di una ridondanza esecutiva spesso necessaria, peraltro, alla buona riuscita della comunicazione. Si pensi, per esempio, alla necessità, nel parlato dell'insegnante in classe, di ripetere, glossare, riformulare quanto già spiegato per sottolinearne l'importanza e, insieme, per superare il 'rumorÈ (come viene definito tecnicamente qualunque disturbo della comunicazione), costituito dalla disattenzione di qualche allievo (se non della maggior parte) e segnalato da sguardi persi nel vuoto, chiacchiericcio, ecc.


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