"Forse il modo più sbrigativo per capire tutti gli aspetti del lavoro di un romanziere non è leggere, ma scrivere" (V. Wolf, Come si legge un libro?), posizione speculare a quella di Šklovskij, "Se vuoi imparare a scrivere, impara prima a leggere", ma sostanzialmente analoga. Infatti, Šklovskij suggeriva ai suoi studenti di togliere dei passaggi da qualsiasi pagina di Tolstoj.
Ad esempio, "la scena in Guerra e pace fra la principessa Mary e il suo vecchio padre; durante questa scena si sente il cigolio di una ruota; cancellate adesso questa ruota e vedete cosa succede. Guardate con cosa sarebbe stato possibile sostituire questa ruota, se per esempio ci sarebbe stato altrettanto bene un paesaggio visto dalla finestra, o una descrizione della pioggia, oppure ricordare che qualcuno sta attraversando il corridoio. Diventate un lettore consapevole." (V. B. Šklovskij, Il mestiere dello scrittore e la sua tecnica)
Dunque le finalità di questo percorso sono duplici: scrivere un racconto breve, seguendo un percorso di lettura scandito da tappe tecniche di lavoro, e diventare un "lettore consapevole", nell'accezione Šklovskijana.
Del resto, se la scrittura ordina il disordine del mondo, è anche vero che elargisce in maniera sempre problematica i suoi segreti, un po' come lavorare a una "trina di Bruxelles, nella quale l'essenziale è ciò su cui si regge il disegno: aria, traforo, assenza ingiustificata" dice Osip Mandel'stam nella Quarta prosa.