Scrittura creativa: mondi immaginari

di C. Nesi

Attività 3 - Fase I

Come si scrive un dialogo


Scrivere bene i dialoghi (o le conversazioni, a più di due voci) è un'abilità delle persone più inclini ad ascoltare gli altri: in particolare a cogliere accenti, ritmi, dialetti, slang.

Inoltre, i vuoti informativi possono essere potenti stimoli per il lettore, quindi nei dialoghi dobbiamo stare attenti a lasciar intuire le cose e a non essere troppo informativi e a servirsi delle domande che non sempre avranno una risposta esplicativa.

Bisogna ricordare che:

  • le domande introdotte dal "perché" si addentrano nel privato ("Perché lo hai fatto?"),
  • l'accumulo di tante domande brevi interrompe l'aggressività dell'interlocutore, non consentendogli la replica (Che ne pensi? Cosa intendi dire? Non sei d'accordo? Cosa proponi? Quale comportamento terrestri?"),
  • è anche giocare con il botta e risposta, che dà un ritmo pulsante,
  • è possibile servirsi del tag question, che chiede conferma di quanto appena affermato ("Investimento oculato, giusto?).

Vincenzo Cerami sostiene l'utilità dell'analisi dei dialoghi impossibili o mal posti, per riuscire a capire subito ciò, che non si dovrebbe fare:

LUI: Tu non puoi parlarmi così Maria.., io sono tuo marito da sei anni, e lavoro dalla mattina alla sera alla Standa per un milione al mese!

LEI: Invece ti parlo cosi Giovanni, perché stiamo poco insieme visto che anch'io lavoro, ma all'Italsider... e poi ti dimentichi di nostra figlia Teresa...

LUI: Ma lei va a scuola, fa la quinta elementare...

(V. Cerami, Consigli a un giovane scrittore)

È evidente che i due personaggi stanno passando informazioni al lettore.

Sanno fin troppo bene di essere marito e moglie, di chiamarsi Maria e Giovanni, di avere una figlia di nome Teresa, che fa la quinta elementare e di lavorare uno alla Standa e l'altra all'Italsider: non hanno bisogno di dirselo!

Non è un dialogo, ma un "a parte"; o meglio un "a parte" travestito da dialogo.

L'esempio mette a fuoco un problema che è sempre presente in un dialogo: chiarire e spiegare poco e, se lo si fa, che sia nel modo più invisibile.

Potremmo considerare valida l'equazione: meno informazioni ci sono, tanto più il dialogo è efficace.

Del resto, se orecchiamo in treno un dialogo fra due persone, molte informazioni ci mancano e il dialogo ci risulta in parte incomprensibile, ma proprio per questo la nostra attenzione aumenta, perché siamo curiosi di capire.

Approfondimento. Accorgimenti per ricreare un ritmo orale

"Nel dialogo, i discorsi dei personaggi vengono presentati come si presume siano stati pronunciati" (G. Prince, Dizionario di narratologia). Eppure, sarebbe un'operazione narrativamente sbagliata trasporre un dialogo reale, magari registrato, così com'è per iscritto.

In un dialogo reale giocano tanti elementi: i gesti delle mani o del capo, le occhiate, le pause, le espressioni del viso, il tono della voce. Tutto questo nel dialogo scritto si perde, tanto che anche una registrazione trascritta sembra carente.

Bisogna allora recuperare la comunicatività con degli accorgimenti sintattici, capaci di ricreare un ritmo orale verosimile e di dare un'impressione d'immediatezza, evitando la sintassi lineare.



Cosa dovrei evitare in un dialogo?


Io, quando leggo una battuta di dialogo con due congiuntivi, mi sento in imbarazzo. […] Giuseppe Pontiggia sintetizzava il provincialismo culturale di chi fa i riccioli alle parole con un aforisma fulminante: "A scuola ci si reca, nella vita si va". (Diego de Silva)
Partiamo da questo assunto: un buon dialogo è quello che induce nel lettore un senso di realtà attraverso una serie di accorgimenti di verosimiglianza. Quando un dialogo è troppo scritto, allora non è riuscito bene, non è adeguatamente credibile. (Giorgio Vasta)

(da D. Voltolini, A. Garavaglia, G. Vasta (a cura di). FAQ. Domande e risposte sulla narrazione)

Laboratorio. Il dialogo

1. Se avete bisogno di uno spunto per partire, potreste ispirarvi a:

a) un dialogo fra due persone, una delle quali ha qualcosa da nascondere all'altra,

b) un dialogo fra una commessa/un commesso e un bambino che si è perso al supermercato,

c) un dialogo fra un ragazzo e una ragazza. Lui la vuole lasciare. Lei vuole organizzare una gita al mare,

d) un dialogo fra due persone in cuccetta in un treno notturno,

e) un dialogo…..

I dialoghi saranno letti in classe e tutti potranno proporre suggerimenti di correzione.

2. Proviamo a scrivere un breve dialogo, disponendosi a coppie.

Dopo aver concordato insieme l'ambientazione e il motivo del dialogo, ciascuno interpreterà un suo personaggio.

Ricordatevi che:

  • Raramente si dice quello, che si pensa veramente. In situazioni particolari si tende anzi a nascondere i nostri veri sentimenti. Se siamo preoccupati, tenderemo a nasconderlo, ma potremmo far fare qualcosa al personaggio, mentre parla in modo da far capire che è invece teso (es. Estrasse con rapidità dal pacchetto una sigaretta, che si ruppe).
  • Ogni persona parla in un modo assolutamente personale. Ognuno ha il proprio vocabolario, le proprie espressioni preferite, il proprio intercalare. Cercate di differenziare i due personaggi.
  • Se volete dare maggior peso ad una frase, fatela seguire da un istante di silenzio e dall'osservazione dell'espressione dell'altro (es. l'interlocutore guarda il personaggio con aria sorpresa).

Laboratorio. Il monologo

Proviamo a scrivere un breve monologo, immaginandoci una ragazza al cellulare e tenendo presente i piccoli accorgimenti suggeriti in Come si scrive un monologo.

I monologhi saranno letti in classe e tutti potranno proporre suggerimenti di correzione.