Scrittura creativa: mondi immaginari

di C. Nesi

Attività 3 - Fase II

L'explicit

Il finale in un romanzo o in un racconto si pensa in genere che sia vincolato dalle norme, che caratterizzano il genere: un lieto fine per i romanzi "rosa" o una svolta decisiva della vicenda nel poliziesco, spesso affidata all'agnizione, cioè a un improvviso e inaspettato riconoscimento di identità o di auto-riconoscimento.

Spesso invece, i finali sono innumerevoli e poco etichettabili.

Come fare allora se le possibilità sono innumerevoli? Dobbiamo limitare la nostra ottica a qualche focus, utile per possibili spunti di riscritture. Dunque, solo per chiarezza, restringiamo la rosa a quattro casi:

Explicit chiusi

Uno degli uomini rimasti con me era un esperto nell'incidere la pietra; e, prima che Sir William ci tornasse a prendere, feci intagliare in un masso l'iscrizione seguente, con la quale posso dar fine alla mia narrazione:
J. D.
Erede di un titolo scozzese signore delle arti e delle grazie ammirato in Europa, in Asia, in America in guerra e in pace nelle tende dei cacciatori selvaggi e nelle città dei re nonostante i gran meriti le molte imprese e le dure prove qui giace obliato.
H.D.
Fratello di lui dopo una vita di immeritati affanni coraggiosamente sopportati morì quasi al tempo stesso e dorme nella stessa tomba insieme con il fratello avversario.
La pietà della moglie e di un vecchio servitore eresse questa lapide a entrambi.

(R.L. Stevenson, Il Master di Ballantrae)

Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta piú cauta e piú innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore. Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c'è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v'è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l'ha scritta, e anche un pochino a chi l'ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s'è fatto apposta.

(A. ManzoniI promessi sposi)

Explicit circolari

Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d'Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara (Incipit) Si avvicinò ai merli per considerare un momentino la situazione storica. Uno strano fango copriva ancora la terra, ma qua e là piccoli fiori blu stavano sbocciando. (Explicit)

(R. Queneau, I fiori blu)

Explicit aperti

Un'altra forma di explicit che la narrativa del secondo Ottocento sperimenta e trasmette alla letteratura modernista è il finale rapido, aperto o tirato via. Il precursore di questa tecnica è Stendhal. Nella seconda metà del secolo, il processo di destrutturazione dei finali si intensifica e anticipa le soluzioni del primo Novecento. Virginia Woolf ammirava le chiuse inconcludenti e casuali di Cechov, giudicandole più vicine alla vita degli explicit classicamente ottocenteschi, sigillati da quei fatti assoluti che la realtà di solito non offre.

(G. Mazzoni, Teoria del romanzo)

Riportiamo anche un esempio di "explicit aperto" della letteratura italiana:

Una speranza nuova mi trarrà domattina ancora più avanti, verso quelle montagne inesplorate che le ombre della notte stanno occultando. Ancora una volta io leverò il campo, mentre Domenico scomparirà all'orizzonte dalla parte opposta, per recare alla città lontanissima l'inutile mio messaggio.

(D. Buzzati I sette messaggeri, in La boutique del mistero)