Scuola e cittadinanza digitale: esperienze e modelli

Franco Torcellan

Problema di partenza

Forme di partecipazione deboli

Il fare è alla base di tutto ...
per fare bene bisogna capire e ascoltare.
E’ un’arte complessa e difficile
perché spesso le voci di quelli che hanno più cose da dire
sono discrete e sottili
.”
(Renzo Piano - “Vieni via con me”, 22/11/2010)

Un video che racconta il lavoro del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze in due scuole della provincia di Venezia

Discrete e sottili sono le voci dei bambini e dei ragazzi. E' dunque fondamentale centrare l'educazione alla democrazia e alla cittadinanza su un fare concreto e non sulla semplice proposta teorica di principi e regole di convivenza. Bisogna creare momenti in cui gli studenti imparino a gestire la loro realtà, determinandola realmente e facendo così sentire il loro punto di vista come essenziale per le scelte delle comunità locali. In Italia esperienze di partecipazione alla vita democratica da parte degli studenti sono davvero molte e spesso hanno una lunga storia: alcuni Consigli Comunali delle Ragazze e dei Ragazzi, così si chiamano in genere le “istituzioni” create nelle scuole per volontà dei docenti o delle Amministrazioni Comunali, hanno più di 10 anni di vita.

Le tematiche che in genere affrontano sono pertinenti ai diritti dei bambini e alla gestione del territorio e dell'ambiente. Territorio ed ambiente non sono quindi solo oggetti di studio, ma anche luoghi di vita, sistemi di valori condivisi. Pertanto, la partecipazione alle scelte si vuole esplicitare come atto effettivo di presentazione di proposte di progetti che si intendono realizzare e non come simulazione di momenti di vita democratica per il cittadino di domani: i bambini sono cittadini in quanto tali ed hanno il diritto-dovere di interloquire con l'amministrazione della cosa pubblica con competenza e dal loro punto di vista. Purtroppo, non sempre le Amministrazioni capiscono: “[...] gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose” (Antoine de Saint Exupéry). Le realizzazioni effettive di progetti o delle idee degli studenti non sono poi così frequenti e se la partecipazione si riduce a livello di simulazione di democrazia, i Consigli Comunali dei Ragazzi non saranno mai efficaci.

Altro elemento di difficoltà è il rapporto tra studenti eletti e studenti elettori. L'organizzazione scolastica ha non poche rigidità ed ha visto anche una contrazione del tempo scuola che rende difficile trovare momenti di incontro e di dibattito. Il problema è maggiore nelle grandi città in cui il numero delle scuole è elevato. Anche la comunicazione tra i Consigli dei Ragazzi e le componenti sociali (in primis i genitori), nonché con gli amministratori risente delle medesime difficoltà.

In più i canali e i linguaggi proposti ai Consigli sono, il più delle volte, quelli tradizionali, mentre gli allievi sono abituati ad utilizzare le tecnologie della comunicazione digitale. Un sistema che potrebbe fare concorrenza al vecchio modello di partecipazione ancorato a deleghe a gruppi ristretti, facendo intravedere, ma anche facendo già emergere, forme spontanee di partecipazione molto più allargata. Sicuramente si tratta di modalità di condivisione e di costruzione del consenso che fino a pochi anni fa erano impensabili e con cui la politica oggi dovrebbe fare i conti perché potrebbero cambiare in meglio processi ed equilibri consolidati.

La scuola potrebbe addirittura essere un terreno di sperimentazione. Un obiettivo così ambizioso non può però essere perseguito avendo presente la sola dimensione locale. I Consigli dei Ragazzi fanno difficoltà a rapportarsi tra loro. I progetti a carattere nazionale (ad esempio “La Città dei Bambini”) sono in fase di stallo ed una certa vitalità si nota solo a livello regionale (Associazione Camina in Emilia Romagna). E' evidente che ciò è determinato dallo specifico compito che i Consigli hanno, cioè la partecipazione alla gestione della cosa pubblica a livello locale: quindi il dialogo cercato e praticato è quello con l'Aministrazione Comunale. Nell'era della globalizzazione e della società della conoscenza è però necessario rapportarsi al mondo in una logica di Glocalizzazione.