Il successo del corso di Thrun sull’intelligenza artificiale ha fatto da volano a un moltiplicarsi di iniziative simili. Innanzitutto lo stesso Thrun sorpreso dal successo ottenuto ha fondato KnowLabs una for-profit company da cui è nata la Udacity (University audacity), una piattaforma di erogazione di corsi sul modello x-MOOC.
L’attenzione oltre alla qualità dell’insegnamento è stata diretta al miglioramento delle modalità di erogazione: ogni classe è seguita da un team di produttori attenti alla qualità dei video ormai lontani dal modello webinar che caratterizzava i primi c-MOOC.
Si tratta di complessi artefatti interattivi che oltre alla classica lezione frontale prevedono quiz e test di autovalutazione oltre a forme di erogazione dei contenuti che alternano la lezione frontale dell’esperto che parla con altri formati
Le iniziative analoghe si sono moltiplicate: Daphne Koller e Andrew Ng hanno lasciato il laboratorio di AI di Stanford per creare Coursera, una venture-financed online-education startup divenuto il più noto provider di corsi MOOC in partnership con prestigiose università tra cui anche La Sapienza.
Anche il MIT, dopo essere stato pioniere dei corsi online con Open Courseware, ha fondato in partnership con Harvard, Ed-x altro provider di corsi MOOC, che si distingue per essere diretta emanazione dell’istituto anziché un’azienda privata.
Si amplia lo spettro dei corsi erogati, non solo materie afferenti alle aree delle ICT ma ad oggi pressoché ogni area di studio è coperta dai MOOC. Il modello pedagogico però risulta un passo indietro rispetto all’esperimento di Siemens, l’enfasi è sull’autoapprendimento nonostante si moltiplichino i tentativi di introdurre innovazioni per lo sviluppo di forme di social learning. A questo proposito, tra le forme di collaborazione sperimentate, la più riuscita fino ad ora è quella che agevola i partecipanti ai corsi a formare dei circoli di studio grazie a un’applicazione che consente di vedere la collocazione geografica degli iscritti.