Il PC e i suoi derivati: breve storia delle tecnologie digitali

Marco Guastavigna

Evoluzione dei modelli di distribuzione dei software

Immagine: Floppy disk di prima e seconda generazione. Fonte: Wikimedia Commons

I primi software per PC erano distribuiti su disco, il cosiddetto floppy disk, e dovevano essere inserito nei drive per poter essere utilizzato. Quando i computer furono dotati di disco fisso interno venne prevista una procedura di installazione dei programmi su tale supporto: uno o più “dischetti” venivano inseriti nel drive e il loro contenuto trasferito sull’hard disk. In seguito la distribuzione avvenne su CD e poi su DVD. Questo modo di operare oggi è ancora in uso, soprattutto per i giochi, ma in molti casi è affiancato o sostituito dalla diffusione via Internet. Il programma si scarica, se previsto pagandone la licenza d’uso.

La rete offre però anche un altro modello per fornire agli utenti ambienti digitali di elaborazione, archiviazione, intrattenimento, la cosiddetta “nuvola”, che comprende luoghi per l’interazione (i social network, il più famoso dei quali è Facebook), la condivisione (YouTube, DropBox, Flickr), l’operatività (Google documents). Si tratta di servizi spesso gratuiti, a volte a pagamento, che richiedono connessione in rete a banda larga e un semplice browser per navigare su Internet, oltre all’iscrizione al servizio stesso. Il Mac App Store ha poi lanciato nel 2010 un servizio che si è rapidamente trasformato in un modello: un magazzino su Internet, da cui i clienti possono scaricare le famosissime Apps, gratuite e a pagamento. Apple esercita un controllo molto rigido sulla qualità e sulle caratteristiche dei prodotti di fornitori terzi, che devono rispettare alcuni canoni molto precisi per essere ammessi nel circuito destinato agli iPhone, agli iPad e anche ai veri e propri PC di quel marchio. In modo analogo funzionano i Market per gli smartphone con Sistema operativo Android e per i tablet. Anche il nuovo sistema operativo di Microsoft integrerà Windows Store.