Evoluzione dei contratti d’uso
I primi PC utilizzavano software proprietario, realizzato con un codice chiuso e che richiede l’acquisto di una licenza d’uso, a volte anche molto costosa. L’ampia gamma “IBM e compatibili” doveva questo nome al fatto che l’hardware dei “compatibili” era una vasta serie di “cloni” dell’originale IBM, ma anche alla possibilità di usare su tutti questi dispositivi il medesimo sistema operativo (MS-DOS prima e Windows successivamente) e, di conseguenza, gli stessi programmi applicativi.
Immagine: il Desktop di Ubuntu, famosissima distribuzione di Linux. Fonte: Wikipedia
Ciò garantiva interoperabilità a tutto l’insieme, ma pretendeva il pagamento di royalties da ciascun utente. A fianco si collocava il mondo Apple, che invece permetteva l’uso del proprio sistema operativo solo sui propri dispositivi. Queste scelte “proprietarie” delle major di hardware e software furono da sempre molto criticate. Nel 1985 Richard Stalman diede vita alla Free Foundation Software. organizzazione per la realizzazione di software libero senza fini di lucro. Fu però Linus Torvalds a realizzare e a distribuire via Internet il primo sistema operativo, Linux, che non richiedeva una licenza e il cui codice era visibile e modificabile da parte di qualsiasi utente; da qui il concetto di opensource.
Negli anni successivi, grazie alla diffusione delle connessioni in rete a banda larga, si sviluppò un movimento culturale, che vide l’adesione di moltissimi sviluppatori e programmatori e, di conseguenza, produzione e impiego da parte di milioni di utenti di diverse distribuzioni di Linux, comprendenti non solo il sistema operativo, ma i programmi applicativi per le più varie attività. L’interesse suscitato dai loro prodotti ha spinto gli sviluppatori del mondo opensource a produrre software destinato anche a Windows e MacOSX: ricordiamo OpenOffice e Libre Office, Firefox, Gimp.