4.1.4 FONTI PER LO STUDIO DEI DIALETTI - ATLANTI LINGUISTICI
Le più imponenti documentazioni dei dialetti derivate da raccolte sul campo sono costituite dagli atlanti linguistici. Adottando una particolare scrittura che si serve di segni diacritici (sono segni speciali per cui a un segno corrisponde un suono) vengono riportati su carte i dati che raccoglitori scelti per tali progetti registrano utilizzando un questionario (dapprima scrivendo a mano su appositi quaderni, poi con i registratori sempre più perfezionati dalla tecnologia) nelle varie località oggetto delle inchieste e con informatori del luogo.

La prima applicazione di questa metodologia si avvia sul finire del XIX secolo in Francia e verso il 1920 anche in Italia che dispone di due atlanti che ricoprono l'intero territorio e appartengono alla categoria degli "atlanti nazionali". Si tratta dell' "AIS "o "Atlante italo-svizzero "e dell' "ALI" che è l' "Atlante linguistico italiano" che si pubblica dal 1995, ma i materiali sono stati raccolti tra il 1926 e il 1964.

Ci sono poi gli "atlanti regionali", che riguardano un territorio più limitato, ma non necessariamente corrispondente a una regione amministrativa, per esempio:

• l'Atlante storico-linguistico-etnografico friulano (ASLEF) pubblicato tra il 1972 e il 1986 (i materiali sono stati raccolti verso il 1960-1970);
• l'Atlante linguistico del ladino dolomitico e dei dialetti limitrofi (ALD);
• l'Atlante linguistico etnografico del Piemonte occidentale
(ALEPO) ;
• l'Atlante linguistico della Sicilia (ALS) in fase di realizzazione.
Dal trasferimento dei dati su supporto cartaceo, le imprese più moderne come ALD e ALS si servono della realizzazione informatizzata che consente più utilizzi, anche la possibilità di sentire la "viva voce" dell'informatore.

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