In un intervento del 1964 il grande romanista tedesco, studioso dei dialetti italiani, Gerhard Rohlfs scriveva:
«Fra le nazioni europee l'Italia gode il privilegio di essere certamente, il paese più frazionato nei suoi dialetti […] Questa ricchezza dell'Italia dialettale fu già per Dante cagione e motivo di esaminare e giudicare i vari dialetti sul loro valore poetico e artistico, in cerca di un "volgare illustre", il quale per il sommo poeta doveva essere piuttosto un ideale che una realtà. E questa ricchezza dialettale esiste ancor oggi come fenomeno sociale e come fenomeno linguistico. Ogni viaggiatore che, cominciando con il Piemonte, attraversando poi la Liguria, la Toscana, il Lazio e le province napoletane, si reca in Sicilia, si può rendere conto di questa situazione».
Dante nel suo De vulgari eloquentia si occupa dell'Italia dialettale, ma nel Trecento lui usava il termine volgare e non dialetto, scrivendo:
«Ecco perciò che la sola Italia presenta una varietà di almeno quattordici volgari. I quali poi si differenziano al loro interno, come ad esempio in Toscana il Senese e l'Aretino, in Lombardia il Ferrarese e il Piacentino; senza dire che qualche variazione
possiamo coglierla anche nella stessa città [...]. Pertanto, a voler calcolare le varietà principali del volgare d'Italia e le secondarie e quelle ancora minori, accadrebbe di arrivare, perfino in questo piccolissimo angolo di mondo, non solo alle mille varietà, ma a un numero anche superiore».
Dante propone una suddivisione su base geografica dei volgari dell'Italia, individuandone almeno quattordici, ma osservando che c'è un gran numero di ulteriori differenziazioni di cui si potrebbe tener conto.
L'Italia linguistica è, infatti, estremamente variegata sia per i tanti dialetti sia per la presenza di diverse minoranze linguistiche in parte riconosciute dalla Legge nazionale n°482 del 15 dicembre 1999. Questa frammentazione linguistica è il risultato di molti fattori, di una storia linguistica complessa che muove dal latino parlato diffuso nella penisola in tempi diversi con la progressiva romanizzazione del territorio, incontratosi con tante lingue prelatine − il sostrato prelatino − che in vario modo hanno influito sul latino. Vari altri elementi entrano poi a caratterizzare il territorio tra i quali i contatti con i superstrati e gli adstrati (cfr. D'Achille).