4.1 FONTI PER LO STUDIO DEI DIALETTI
Studiare i dialetti significa anzitutto raccogliere la documentazione attraverso il modo di parlare della gente, dato che soprattutto in passato, e talvolta ancora oggi, a differenza delle lingue di cultura i dialetti non sono adeguatamente descritti e conosciuti.

Questo comporta la cosiddetta "ricerca sul campo", interrogando persone che svolgono il ruolo di informatori, registrando i loro racconti, insomma utilizzando una metodologia che può essere diversificata a seconda degli obiettivi che il lavoro di ricerca sul campo si propone. Questo tipo di ricerca si realizza ormai da diverso tempo, almeno dalla fine del XIX secolo, da quando, cioè, si è costituita la disciplina chiamata appunto dialettologia, un settore della linguistica, che si fa iniziare più precisamente dal 1873, quando viene pubblicato il primo volume della rivista "Archivio Glottologico Italiano" che contiene lo studio intitolato "Saggi ladini" di del glottologo Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907).

Ma già prima della ricerca sul campo erano state raccolte testimonianze di vario genere oltre a scritti in dialetto, con scopi diversi che vanno dalla necessità pratica all'intento letterario. In particolare si devono ricordare le compilazioni di vocabolari dialettali, che ancora oggi si continuano a realizzare, ed anche grammatiche di alcuni dialetti. Con l'avvio della ricerca dialettologica condotta con metodo scientifico iniziano quelle opere di grande respiro che sono gli atlanti linguistici.
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