4.1.3 FONTI PER LO STUDIO DEI DIALETTI - TESTI DIALETTALI
Dati importanti per la conoscenza dei dialetti vengono dai cosiddetti testi dialettali.

Una delle prime raccolte di campioni dialettali è quella di Leonardo Salviati (1540−1589), fiorentino e membro dell'Accademia della Crusca, che nel 1586 riunisce dodici versioni dialettali (bergamasco, veneziano, friulano, istriano, padovano, genovese, mantovano, milanese, napoletano, bolognese, perugino e fiorentino) della novella nona della prima giornata del "Decamerone" ("Il re di Cipri, da una donna di Guascogna trafitto, di cattivo valoroso diviene") di Giovanni Boccaccio.

Questo esempio viene seguito quasi tre secoli dopo da Giovanni Papanti che riunisce, in un volume pubblicato nel 1875 dal titolo "I parlari italiani in Certaldo alla festa del V Centenario di messer Giovanni Boccacci", 704 versioni della novella.

Ecco l'inizio della novella del Boccaccio con la traduzione nel dialetto di Brindisi:

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