3.6 L'ITALIANO REGIONALE
L'influenza del dialetto sull'italiano ha determinato la formazione dell'italiano regionale, quel tipo di italiano parlato che contiene pronunce, cadenze, parole o costruzioni particolari che contraddistinguono l'italiano parlato in una zona da quello parlato in un'altra e che consentono di capire la provenienza di un parlante.

I principali italiani regionali sono quello settentrionale, quello centrale, con la sottovarietà toscana, romano, meridionale, meridionale estremo e sardo.

Tra le varie caratteristiche si possono richiamare:
• uso del passato prossimo e non del passato remoto che caratterizza l'area settentrionale;
• uso della preposizione "a" quando il complemento oggetto è animato: "Ho visto a Maria", in tutte le regioni del Centro Sud;
• uso del si impersonale con pronome soggetto di I persona plurale: "noi si va", in area toscana e umbra settentrionale.

Anche a proposito di italiano regionale le parole sono quelle che meglio esemplificano questa varietà di italiano, sono propriamente i dialettalismi o regionalismi dell'italiano.
In vari casi sono voci uscite dal territorio originario per diventare parole dell'italiano di tutti. Basta pensare a termini relativi al cibo: "grissino" di origine piemontese, "panettone" milanese, "pizza" napoletana, "cassata" siciliana, "cantucci" toscana.

In altri casi sono rimaste circoscritte all'italiano regionale, per esempio la "ciambotta" in Puglia, che si riferisce a un miscuglio di verdure, o di pesce, "la càlia" sono i "ceci abbrustoliti" in Calabria e Sicilia, "coviglia" a Napoli, è il "nome di una sorta di semifreddo servito in bicchieri profondi".
Al di fuori dell'ambito culinario, tra le voci ed espressioni che dal dialetto sono entrate nell'italiano, si possono citare per l'italiano regionale pugliese, ad esempio:

• "la testa" è "il vaso di fiori";
• "sapere qualcuno" è "conoscere qualcuno";
• "corrivo" è "collera";
per l'italiano regionale di area salentina, ad esempio:
• "aggiustare tavola" è "apparecchiare la tavola";
• "mazzo" è "magro";
• "boccare" è "curvare".
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