Quando Giovan Battista Pellegrini nel 1975 descriveva l'italoromanzo e i suoi cinque sistemi, comprendeva in questo insieme, avente come lingua guida l'italiano, anche realtà come il friulano e il sardo, pur individuando per entrambi un'autonomia all'interno dell'italoromanzo, essendo due dei cinque sistemi in cui questo veniva suddiviso.
Nei manuali che descrivono l'insieme delle lingue neolatine (o romanze), solitamente il sardo e il friulano vengono considerate come situazioni linguistiche particolari, sia per aspetti di tipo linguistico, sia per l'individualità sostenuta con vigore dai parlanti.
A queste due realtà va aggiunto il ladino, che Pellegrini ha lasciato in certo senso in disparte rispetto al complesso italoromanzo per la questione della lingua guida che per i parlanti ladino può essere il tedesco. Da quando esiste la Legge nazionale 482 del 15 dicembre 1999 sulle minoranze linguistiche storiche, queste tre realtà hanno assunto la posizione di minoranza linguistica riconosciuta dalla normativa vigente.