2.1.5 L'AREA CENTROMERIDIONALE NEL SUO COMPLESSO - IL TOSCANO
Le varietà principali del toscano sono le seguenti: pisano-lucchese-pistoiese; senese e grossetano; aretino-chianaiolo; fiorentino.

Come già si è detto, si caratterizza per non avere caratteristiche settentrionali come la sonorizzazione delle consonanti sorde in posizione intervocalica, tranne che in alcuni esempi, e la semplificazione delle consonanti doppie, oppure di altri fenomeni tra i quali le vocali turbate o la caduta delle vocali finali, o di fenomeni meridionali come la postposizione dell'aggettivo possessivo.

Caratteristici del toscano sono:

• la cosiddetta e diffusa gorgia toscana che consiste in una sorta di aspirazione delle consonanti occlusive sorde p, t, k in posizione intervocalica davanti alle vocali a ed o: "amiho" per "amico", "la hasa" ma "casa" invece di "la casa";

• l'esito del suffisso latino –ARIU(M) (frequente anche nei nomi di mestiere) che diventa -aio, e comunque in toscano -ri- diventa -i-. Dal latino "AREA(M)" (attraverso una fase "*aria") deriva il toscano "aia" (in veneto, per esempio, l'esito è "ara".
Osserva la trasformazione della parola latina "FURNARIU(M)" nei vari dialetti.

Content on this page requires a newer version of Adobe Flash Player.

Get Adobe Flash player



• la presenza dei dittonghi uo come in "nuovo" e ie come in "piede", in corrispondenza delle vocali o ed e che in latino sono pronunciate brevi e successivamente aperte e si trovano in sillaba aperta. Questo tipo di dittongazione è meglio rappresentato nell'area fiorentina);

• tipica del fiorentino è l'anafonesi, ovvero il passaggio di e a i e di o a u davanti a determinati suoni come l palatale, per esempio: "famiglia", invece di "fameglia", o n seguita da consonante velare come in "fungo" per "fongo".
pagina 21
Indietro
Avanti